Con Tom Clancy’s Ghost Recon, come avvenuto per altre produzioni Ubisoft recenti, siamo di fronte a un titolo sviluppato attorno alle caratteristiche della console, seppur tramite la più facile delle scelte: dopo Resident Evil e Dead Space, anche Ghost Recon ha infatti scelto la via dello sparatutto su binari.
Tanto per cominciare, si tratta di uno sparatutto in terza persona, e in secondo luogo va messa in conto una certa libertà di movimento (o, meglio, d’azione) del giocatore. Anzi, dei giocatori, perché questo Ghost Recon è talmente pensato per il multiplayer cooperativo da avere costantemente su schermo due personaggi, pure quando si gioca da soli.
L’intera struttura di gioco, il design dei livelli, la disposizione dei nemici… tutto è pensato per ruotare attorno alla presenza di due protagonisti, che si supportano fra di loro curandosi a vicenda, coprendosi le spalle, dividendosi gli avversari da abbattere e accedendo ad arsenali diversi. Ovviamente tutto ciò funziona a meraviglia in multiplayer, con un gameplay che, nonostante qualche cenno di sporcizia, appare davvero ben bilanciato, anche al livello di difficoltà più alto.
Tutto funziona un po’ meno quando si gioca in single player, l’intelligenza artificiale del compagno, infatti, non è ben sviluppata, solo poche volte si dimostrerà una buona spalla.
Tecnicamente siamo davanti a un gioco accettabile, il level design e la strategia che dobbiamo necessariamente usare per passare determinati livelli alza un po’ il voto del gioco in questione.