Child of Light, figlio della luce, è un gioco di ruolo, nel quale una giovane principessa deve imbarcarsi in una missione per recuperare le tre fonti di luce rubate dal regno di Lemuria.
Child of Light è un RPG in 2D con protagonista Aurora, una principessa dai capelli rossi, che si ritrova in un luogo da sogno sul lato sbagliato di uno specchio magico. Desiderosa di ritornare dal padre, mette insieme un gruppo di connazionali qualificati e inizia la sua ricerca per liberare il sole, la luna e le stelle allontanando così il buio e la magia della regina malvagia.
E ‘ il setup perfetto per una favola, perfettamente funzionante con sensibilità artistica del gioco. Gli ambienti dipinti a mano sono gloriosi e inventivi , sfruttando appieno tutto lo schermo.
Elegante. E’ una parola raramente ho trovato applicabile quando sono interessati i videogiochi, ma non c’è altro modo per descrivere quello che Ubisoft ha realizzato con Child of Light.
Se ci si concentra sul gameplay, Child of Light è simile a un JAPAN RPG, anche se la visuale è più laterale assomigliando quindi più a Zelda II o a un platform invece dell’inquadratura dall’alto tipica del genere JRPG. L’esplorazione diventa ben presto libera, quando la principessa Aurora acquisisce la capacità di volare può spostarsi senza grossi problemi fra le varie scene.
Assieme a lei si muove Igniculus, una palla incandescente che serve come guida di Aurora (e la sorgente luminosa) attraverso il regno. Sebbene il gioco possa essere giocato da solo – con la possibilità di passare a Igniculus se necessario – Child of Light offre un’esperienza più ricca quando si ha qualcuno seduto accanto col quale esplorare questo mondo fatato, anche se le mappe non sono particolarmente articolate o estese, ma non mancano di segreti ed enigmi da risolvere, risultando varie e piacevoli da percorrere.